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Un’opera senza tempo
Nel 2005, Antonio Capuano presenta al pubblico La guerra di Mario, un film che, a distanza di vent’anni, mantiene intatta la sua potenza. La narrazione segue Mario, un ragazzo di nove anni strappato a una famiglia segnata dalla violenza e affidato a Giulia (Valeria Golino), professoressa di storia dell’arte, e al suo compagno Sandro (Andrea Renzi). Due mondi distanti si scontrano: la Napoli delle periferie, dominata da soprusi e lotta per la sopravvivenza, e un ambiente borghese che tenta di accogliere, ma fatica a comprendere.
Un conflitto interiore
Capuano affronta questo scontro con uno stile diretto e privo di retorica. Mario, incapace di riconoscere l’affetto dei nuovi genitori, si rifugia nei simboli del suo passato. La sua storia diventa una metafora di una città divisa, incapace di dialogare. Il film esplora il conflitto interiore del bambino, che combatte con ricordi dolorosi e la sensazione di non meritare amore. La regia di Capuano alterna momenti realistici a squarci visionari, mentre il contributo del cast, in particolare di Golino e Grieco, rende l’opera ancora più intensa. La guerra di Mario è un film necessario, che invita a riflettere su temi scomodi come la genitorialità e il divario sociale, rimanendo attuale dopo vent’anni.
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